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Di nuovo in lacrime: addio a Paolo Rossi, eroe azzurro

Paolo Rossi

No, non c’è tregua, perché questo 2020 si porta via anche il “20 per eccellenza” Paolo Rossi o Pablito per chi ha a cuore quell’incredibile mondiale dell”82. Le immagini di oggi, di quel funerale nella sua Vicenza, di quei campioni del mondo che portano a stento il suo feretro, sconvolgono il profondo, toccano corde che scombussolano e non lasciano scampo ai suoi di un’anima segnata.

Se chiudo gli occhi e torno bambina penso a mio padre che mi racconta quell’impresa con le stesso ardore di quella sera, impresa ripercorsa in questi giorni ogni volta con un aneddoto in più, per un ricordo che non va mai troppo lontano dai cassetti delle cose belle.

Se riapro gli occhi vedo le immagini che scorrono ovunque per ribadire che quell’impresa è nostra, solo nostra, per poi sottolineare che in realtà è tua, sola tua e tu, caro Pablito, sei stato un signore che ci ha privilegiato nel condividerla con questo popolo che ora ti piange.

Paolo Rossi

Da quel lontano 1982…

Dall”82 ad oggi sono trascorsi 38 anni ed in realtà tanti della mia generazione erano ancora nel lungo corridoio della sala d’attesa (o forse nemmeno nei pensieri di mamma e papà come nel mio caso), ma la forza mediatica e ancor più la lucidità delle menti di chi c’era, hanno saputo farsi largo tra i capelli ingellati, i no look e milioni di follower.

Le immagini di quel percorso, di quel trionfo, hanno un posto d’onore nel cuore degli italiani a prescindere da cosa reciti la carta d’identità, a prescindere dalla posizione sociale, a prescindere che si tratti della famosa casalinga di Voghera o del tifoso attaccato alle reti di tutti i campi di Vibo Valentia.

A prescindere da tutto tu, Paolo Rossi, campione del mondo ’82 e Pallone d’Oro dello stesso anno, esile attaccante che ha saputo ribaltare i pregiudizi di chi non credeva che anche i “brutti anatroccoli possano trasformarsi in cigni”.

Oggi Prato, la tua città, per volere del sindaco ha appeso ai balconi il tricolore italiano: devi seguire il verde, bianco e rosso per trovare la strada verso il tuo ultimo campo di gioco.

Buon viaggio Paolo Rossi e grazie non solo per averci portato nell’Olimpo della storia del calcio ma anche per averci insegnato il valore assoluto del talento del sacrificio e della costanza.

foto notizie.it
il Giornale di Sicilia

 

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