La vita inizia a 40 anni
Non è che io sia mai stata una grande amante del mio compleanno, e questo, figurati, pesa un po’ di più. Poi un giorno mi sono ricordata di una frase che diceva sempre mio padre: la vita inizia a 40 anni, e da lì è cambiato tutto.
Mi sono guardata indietro per ripercorrere la pellicola della mia vita ed ho pensato: ma tutto questo quando è successo?
Quando mi sbucciavo le ginocchia, quando mi nascondevo dietro gli occhiali, quando imparavo ad andare in bici in cortile mentre papy fingeva di tenermi da dietro, quando mi godevo la mia Basilicata in vacanza, quando festeggiavo una Champions in piazza, quando costruivo amicizie, quando il ritrovo era sempre alla biblioteca, quando mi spezzavano il cuore, quando non venivo capita o quando non riuscivo ad esprimermi, quando andavo al complimese all’oratorio, quando sceglievo la scuola superiore convinta che quello fosse solo un passaggio verso tutt’altro, quando ridevo e non riuscivo a smettere di farlo, quando lanciavo in aria una monetina e nell’esatto momento del punto più alto avevo le idee ben chiare su quale faccia volevo uscisse…
…quando mi laureavo, quando ho iniziato a riempire il cv, quando giocavo a calcio, quando cadevo, sbagliavo, mi rialzavo, riprovavo…no davvero, ma quando è successo?
Quando ho iniziato a fare valigie, a selezionare amicizie, a soffrire per le bugie o le mancate risposte, quando sorseggiavo uno spritz al tramonto, quando sentivo il peso delle responsabilità, quando andavo ai matrimoni dei miei amici, quando mi stringevo nella mia famiglia, quando mi sentivo inutile, mai al traguardo, troppo impaziente, quando non smettevo di crederci…non lo so quando sia successo, forse è successo un pezzetto per volta in ognuna di queste volte ma è successo. Ed ora lo accetto.
Ho capito che queste consapevolezze sono un regalo e che tutto ciò che ho fatto, mi ha resa quella che sono. Ammaccata, scapestrata, indomita e orgogliosa, incontentabile ma anche incontenibile, profondamente libera. Oggi se mi guardo indietro so che tante cose le avrei fatta in maniera diversa, forse me le sarei godute di più, forse sarei stata più indulgente e meno esasperante con me stessa, ma so anche che oggi è oggi e ieri era ieri.
Ecco, se penso alla mia più grande vittoria di questi 40 anni, è non avere rimpianti. Sono qui con un’energia nuova, la cellulite, lo stesso odio per la verdura e milioni di sogni nel cassetto…i sogni, in fondo, mi hanno sempre salvata, anche quando pensavo di non farcela, soprattutto quando pensavo di non farcela. Non tutto è andato come avrei voluto, e nemmeno da oggi in poi tutto andrà come vorrò, non imparerò certo a 40 anni a mettermi il rimmel, ad essere ordinata, ad arrivare puntuale, sarò sempre quella che canta a squarciagola in macchina, che fa tre cose contemporaneamente, che mangia kg di carbonara, che manda vocali di 12 minuti e perde il filo del discorso dopo 30 secondi, ma la cosa bella è che va bene così.
Ci ho messo 40 anni della mia vita per capire che ho un valore…quanto valgo? Questo ancora non lo so, confido nel secondo tempo della mia partita, che tanto il mio meglio lo do sempre lì, ma sono certa di non essermi mai sentita tanto consapevole. Di me, della mia bellezza, della mia forza, del mio entusiasmo, del mio non accontentarmi mai, dei mei casini, dei miei giorni zero e dei miei giorni uno. Ho attraversato il dolore, l’ho vissuto quando ho perso delle persone care, quando non riuscivo ad alzarmi dal letto, quando mi hanno presa in giro, usata, umiliata, quando hanno finto di amarmi o quando sono spariti senza darmi spiegazioni, quando mi hanno fatta sentire sbagliata o non abbastanza, in ritardo sull’orologio biologico, quando mi hanno giudicata senza sapere, quando faticavo a racimolare i soldi per andare in ferie, quando mi sono rotta una gamba, quando lavoravo gratis, quando ero sempre quella single e per questo quella con il caratteraccio o con le aspettative troppo alte, quando non riuscivo a guardarmi allo specchio, quando dicevo ciò che pensavo, quando avevo una passione troppo da uomo, quando “come si fa a mandare una donna per il big match?”, quando una mia compagna di squadra ha scelto un destino diverso…
…ma più di tutto quando ho capito che non c’era scelta…avrei fatto qualunque cosa pur di tenere mio padre ancora un po’ con me…
E allora eccolo lì il mio valore; farcela sempre, in un modo o nell’altro. Ho capito che attraversare il dolore a pieno è l’unico modo per vivere veramente, e qualche volta anche per rinascere. E sapete un’altra cosa? Che nonostante tutto questo vissuto, io mi sento leggera, così leggera che oso volare. Oggi mi guardo allo specchio e mi prendo tutto ciò che sono, la donna forte e la bambina sensibile che ci ha impiegato 40 anni per amarsi. Ecco, io da qui non torno più indietro.
E allora buon compleanno alla miglior versione di me stessa ❤️