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Il cielo è azzurro sopra Berlino, ora c’ho le prove

Non so neanche da dove iniziare, dal batticuore forse? Dai miei occhi che non riuscivano a staccarsi da ogni centimetro di quello spettacolo meraviglioso? Dall’atmosfera che mi tagliava il fiato? Dalla sensazione di panico nell’indossare l’accredito? Dall’aria così familiare, così “casa” in quel media center? Dalla puntura di una vespa (non ci siamo fatti mancare nulla)? Dal mio nuovo sport ovvero il free climbing nelle conversazioni in inglese? O forse da 8 anni fa, quando a Barcellona 2010 da quella tribuna in qualità di tifosa dicevo “un giorno sarò lì” con microfono e taccuino?
Non lo so onestamente, non lo so nemmeno io, ditemelo voi da dove iniziare. tanto il risultato non cambia, quel memento audere semper è il miglior finale per ogni mia scelta, è il mio stimolo, il mio mantra, è quel tattoo che non ho sulla pelle perché basta averlo nella mente e nel cuore.
Vai e sii felice” mi ha detto qualcuno prima di partire, ed in realtà me lo ripete ogni qualvolta io mi trovi faccia a faccia con la realtà che amo, incompresa dal resto del mondo, capita, apprezzata, coccolata da chi sa che esserlo davvero, felici, è il più bel sacrificio che si possa fare, è come essere devoti a sé stessi e ad un amore incondizionato che nessuno potrà mai darti in egual misura.
E niente, io sono felice così: nonostante la strada sia lunga ed in salita, nonostante ci sia tanto lavoro da fare, nonostante i nonostante siano davvero tanti, nonostante sia tutto un gran casino, perché in questo gran casino ho messo ordine solo sui miei sogni, e mettere ordine sui propri sogni significa scavalcare tutte le proprie paure e rincorrerli. 

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