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Scritto su un post-it plus del 22 giugno 2017 (alias le pesti del mio cuore)

Girovagavo sui miei social alla ricerca di alcune parole che potessero allietare una serata fatta di mille pensieri e mi sono imbattuta in questa roba qui…le stesse identiche lacrime di allora, la stessa pelle d’oca ed il cuore che trema…dieci giorni senza di voi sono un martirio, mai più.

– Resoconto di una stagione indimenticabile (under 10 2016-17) –

Non so neanche da dove partire eppure so che devo farlo, ma poi divento prolissa e mi sgridate…ma devo farlo.
E allora partiamo dall’inizio.
Da tre anni fa quando mi venne chiesto di allenare. “Io? Ma non sono in grado…”
E poi eccomi lì, su quella panchina a guardare quei piccoli ometti crescere, incantata. Eravate così piccini, ed era difficile spiegarvi che così piccini c’era da farsi le ossa con quelli più grandi. Ma noi eravamo lì, anche quando prendevamo 10 gol a partita, siamo sempre stati lì.
Poi c’è stato l’anno scorso e l’anno di transizione, si è cresciuti un po’, non abbastanza per imporsi, ma il giusto per capire che la strada fosse quella giusta. Abbiamo perso qualche pezzo e non potevamo fare diversamente se non compattarci ancor di più e accogliere chi si stava affacciando per la prima volta in questo mondo. Fatto anche questo.
E così succede che inizi a giocartela, che perdi di misura e fa male, malissimo, ma dentro nascono nuove consapevolezze e cresci. E t’iscrivi al campionato primaverile e arrivi 4° ad un solo punto da tutte e tre le squadre che ti precedono, e batti la capolista, e fai sei vittorie di fila, e vai ai tornei con le squadre di FIGC e strappi due pareggi che…come ve li spiego, e poi fai il torneo estivo in cui capisci di potertela giocare fino in fondo e arrivi ad un soffio da una semifinale che sarebbe stato il giusto premio per tutto. Vi ho guardato negli occhi in quello spogliatoio e vi ho visto amareggiati, delusi, con le lacrime: “Mister ci credevamo, potevamo farcela…”, mi si è spezzato il cuoreSe non abbiamo vinto è perché non eravamo ancora pronti, ma vi prometto che lo saremo”. Era proprio qui che volevo arrivare. Avete abbandonato le vostre paure ed ora lo sapete anche voi quanto siamo diventati squadra. Perché i tu, io, lei, lui non esistono più, esiste solo un NOI.
NOI che a settembre ripartiremo più forti, più grandi, per una nuova avventura, NOI che staremo ancora insieme e questa è una promessa che ci siamo scambiati ieri ed ogni giorno, NOI che siamo un muro d’acciaio, che dimentichiamo i parastinchi, che non ascoltiamo e che facciamo a gara per tirare le punizioni,NOI che quando segniamo è subito “Esultanza del Tacchino”, NOI che giochiamo alla crossbar challenge, NOI che in macchina mettiamo Rovazzi perché ci piace così, NOI che ci facciamo riconoscere in ogni campo ed anche in ogni pizzeria, NOI che siamo NOI e non abbiamo eguali, NOI così imperfetti e così pesti, così pesti e così EROI. I miei EROI.
Non avrei mai creduto di essere all’altezza e forse alla vostra altezza non lo sarò mai perché tutte le volte che vi guardo e provo ad insegnarvi qualcosa, siete voi ad insegnarla a me.
Non potrei essere più orgogliosa di così ed anche se un giorno le nostre strade si divideranno so che ovunque andrò, ovunque andrete, voi avrete sempre un po’ di me, io avrò sempre e per sempre un po’ di voi.

Alle pesti del mio cuore, ai loro genitori che definire fantastici è poco, alla società OSGB di Gallarate, alla vera mister e al mitico preparatore del mio portierone, a tutti gli avversari con cui ci siamo scontrati, a quelli che ci hanno preso in giro e a quelli che si sono rimangiati tutto, a quelli che non credevano e che adesso credono, e a quelli che hanno lottato con noi e per noi dal primo minuto, al mio Buffonardo, al mio murone d’acciaio, agli ultimi arrivati diventati un pezzo fondamentale di questa famiglia, a chi c’è stato poco, al mio 2010 che si fa valere in mezzo ai 2007, a chi c’è da tre anni a questa parte, al mio Dybala, al mio tenerone che quando segna manda i baci alla mamma, alla quota rosa, al mio bomber e al mio capitano…GRAZIE di cuore.

Se amate il calcio, profondamente, date una possibilità ai bambini: allenateli, cresceteli, formateli, cullateli, fate tutto ciò che è nelle vostre forze e molto di più. E se avete una vita incasinata, un lavoro stressante, un cuore malconcio, ed il tempo che non basta mai, fidatevi di me, buttatevi in quest’esperienza. Non solo ne varrà la pena, ma non ci sarà niente al mondo che vi ripagherà di più.

“Voi metteteci il cuore…sempre”

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