Seven Up and down: la mia settimana in 7 top e flop

seven up

Seven Up and down: la classifica di un visto o vissuto o letto da qualche parte dei sette giorni che mi lascio alle spalle. 

Notizie dal web o fatti di vita quotidiana, c’è sempre qualcosa che in un modo o nell’altro mi resta in testa tipo un motivetto da cantare sotto la doccia o il like compulsivo sui social. Ecco allora la mia “Seven Up” (and Down) che sintetizza i fatti più eclatanti di questa settimana.

Seven down, i flop della settimana

7.Flop: mio nipote Riky. Di anni 3. Cioè in realtà lui mai nella vita potrebbe essere in un classifica di flop, amore della zia, tantomeno al settimo posto però alla domanda: “Riky come sta la tua preferita Ludovica (che è pure bionda ed è stato il mio primo colpo al cuore)?” non può rispondermi “Ma adesso la mia preferita è Giulia”. No, la zia non ce la può fare. LATIN LOVER PRECOCE. TROPPO PRECOCE E IO COSI’ 😭

6.Flop: il Grande Fratello Vip. Che non lo metto in settima posizione solo perché 7 è il mio numero preferito. Ma per toccarla piano, quanto fa schifo? Cioè scene raccapriccianti già viste e riviste, di un livello di volgarità imbarazzante, un gioco che non ha regole, dove tutto è concesso ma solo a chi fa comodo, Signorini che sa ma non sa, ride, poi no scusate non ho sentito, vip che vip non sono, che entrano nella casa e anzi rientrano nella casa dopo aver già fatto il GF Vip quando vip non lo erano prima e tanto meno adesso, spariti nel dimenticatoio una volta oltrepassata la porta rossa. Boh. DISGUSTATA.

5.Flop: il click day. Se volete vi racconto che mi sono sparata tre code da 600 mila utenti ciascuna. Se volete vi racconto che al mio turno incredibilmente arrivava l’intoppo che nel primo caso 50 mila utenti si sono volatilizzati ed io ho fatto scadere i miei 20 minuti; mentre al secondo turno ci ha pensato l’app delle poste a catturare imprecazioni di ogni genere. Mentre io lì, sudata che manco a Celle Ligure al 31 luglio, con mio fratello che mi esortava a farcela ripetendo meccanicamente operazioni e numeri da inserire: a destra l’Iban, a sinistra la Spid, sopra la fattura, sotto la partita iva, a nord ovest la combinazione della cassaforte, a sud est tutte le date di compleanno dei miei ex, ad angolo piatto sim sala bin, e poi tre civette sul comò, ed il gruppo sanguigno, ed il record della corsa campestre delle 2° media, e quanti anni hai, e quanti ne dimostri, gira la ruota girala, la, la, e porca vacca: un furto al Louvre sarebbe stato meno complicato. Ripeto 1 milione 800 mila persone davanti. Ho iniziato alle 8.52 ne sono uscita vincitrice alle 19.27. Si beh ok, alla fine ce l’ha fatta mio fratello con il mio supporto telefonico.  UN PARTO

4.Flop: le videochiamate. Ci risiamo. Una settimana di smart working 100% e le bastarde sono ricomparse all’orizzonte come i nuvoloni neri appena esci dalla parrucchiera. Zoom, Skype, Whatsapp, Viber, FaceTime e chi più ne ha più ne metta. Ma che roba è? Ma già il supplizio è notevole, ci manca di tornare a giocarsi il tutto per tutto con gli abiti da cerimonia a metà ed il trucco improvvisato. Che poi la Kiko è chiusa e senza matita nera non si va da nessuna parte ed il fondotinta è finito di diritto nella lista dei “vorrei non posso”. C’è crisi. ABBASSO LA FIBBBRA.

3.Flop: la chiusura delle estetiste. Ma voi lo sapete cosa vuol dire fare la ceretta? Vuol dire coltivare la propria peluria con una cura e attenzione maniacale a tal punto da far invidia al pollice verde di Luca Sardella. Perché la ceretta non è presentarsi dall’estetista, soffrire un pizzichino e via. Eh no, troppo facile. La ceretta è un impegno da abbonamento annuale che si rinnova automaticamente ogni 30 dicembre. E rigorosamente il 30 dicembre che il 31 non si sa mai cosa posso succedere. (Inevitabilmente niente, anche perché l’orripilante intimo rosso terrebbe a bada pure Rocco Siffredi ubriaco). La ceretta è come il prezzemolo tra i denti, come lo stridulo rumore della forchetta sul piatto o la canotta sotto la camicia. Perché tu sei lì con l’uomo della tua vita che di punto in bianco decide di scriverti e non puoi manco accettare l’invito se non sei di tutto punto liscia liscia come la pelle del culetto di un bambino. E finisce sempre che la trasformazione in Cita sia prossima ma la lunghezza è quella cazzo di via di mezzo che “ceretta non si può” ed il rasoio sprecherebbe il duro lavoro di mesi. Manco a dirlo che sei vai di rasoio lui ti darà buca. PRINCIPI AZZURRI ABBIATE PIETA’ DI NOI

2.Flop: il secondo lockdown. La depressione avanza. Quanto ci stava stretta la nostra normalità nove mesi fa e quanto ci starebbe larga ora, indossata come una t-shirt di tre taglie superiori, ma mai pienamente apprezzata come un capo d’abbigliamento che avvolge una parte di noi stessi. SIGH. SIGH SIGH

1. Flop: Lotito. Che riesce ad essere peggio del secondo lockdown (che prima o poi passerà mentre lui resterà sempre un povero imbecille). Ad un certo punto, punto. Le parole sono superflue di fronte a questo: “Che vuol dire positivo? Positivo vuol dire contagioso, no? Anche nella vagina delle donne ci sono i batteri, ma mica sono tutti patogeni“. Forse è ora di rendersi conto che rispetto e giustizia non possono fare da contorno in un mondo sovrastato da ignoranza ed arroganza allo stato puro. E poi anche da un pandemia che rende tutto più vulnerabile. CLAUDIO LOTITO LORD(O) SUBITO.

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Seven Up, i top della settimana

7.Top: Hell Raton. So che sta classifica la scalerai a mani basse e quindi partiamo pure dalla 7° posizione, ma dopo l’acconciatura e l’abbigliamento da ragazzino che sta andando a fare la Cresima dello scorso giovedì ho fermamente deciso che ti inserirò nella letterina di Babbo Natale. E pure Gesù bambino. Per la legge dei grandi numeri una grazia dopo un anno così potrebbe pure essermi concessa. MANUELITO MIO.    

6.Top: Max Biaggi. Se a 49 anni metti a segno il record che ti classifica come l’uomo più veloce del mondo alla guida di una moto elettrica è perché dentro di no nutri ancora quella voglia di oltrepassare tutti i limiti. Io però avrei anche un’altra domanda: ma dopo che tocchi la modesta velocità di 408 km/h per riconoscerti ci vuole la scientifica o unisci i pezzi rimasti col pongo? CHIEDO PER UN’AMICA

5.Top: la pubblicità della Durex. Riporto immagine qui a lato perché altrimenti non rende l’idea. Raddopiate lo stipendio a direttore marketing e copy. TEAM DUREX

4.Top: Emma Marrone. “Vorrei prestarti i miei occhi per farti vedere quanto è bello vedere una cosa così bella, non omologata a tutto quello che ci stanno propinando su Instagram, Twitter, TikTok, tutta la merda. Ti auguro di avere sempre la luce e di vedere le mani giuste nelle quali stare. Ti auguro di finire sempre nelle mani giuste“. Questa la difesa di Emma ad X-Factor per Casadilego, protagonista di alcuni episodi di body shaming sui social. Per le lezioni di dignità passare di qui. INCHINATEVI

3.Top: la vittoria di Biden. Che vuol dire trascinarsi dietro un evento storico come la vicepresidenza di Kamala Harris, prima donna in assoluto ad occupare questo ruolo. Madre indiana, padre giamaicano, marito ebreo. Forse qualcosa cambiare. HAPPY WARRIOR

2.Top: Dean Henderson. Il 25 febbraio 2016 era tra i tifosi del Manchester United ad abbracciare Marcus Rashford dopo il suo primo gol europeo con la maglia dei Red Devils. Il 4 novembre 2020 Dean Henderson ha difeso la porta del Manchester United nella sfida di Champions League con il Basaksehir. E poco importa che il risultato finale sia stata una sconfitta. DREAMS COME TRUE

1.Top: Gigi Proietti. Un attore straordinario che ha segnato un’epoca e che chiude gli occhi nel giorno del suo 80esimo compleanno con un colpo di teatro finale che solo i maestri possono permettersi. Il suo addio fa male e spiace, ma più che questo addio preferisco pensare a ciò che è stato, a ciò che ha fatto e a ciò che ha lasciato. Quindi grazie Gigi Proietti per aver creduto in un sogno, nel tuo sogno, per averlo realizzato e per aver fatto sì che chiunque di noi lo volesse ne facesse parte. “È difficile trovare la forza per salutare te, che mi hai aperto la porta dei sogni, che sei stato il mio mentore per eccellenza, che in tutti noi allievi ha ispirato desiderio di emulazione ma allo stesso tempo ci hai insegnato ad essere noi stessi. Eri, sei, un gigante. Vederti sul palcoscenico è sempre stato un privilegio per tutti e un dono per chi sogna di fare questo mestiere. Grazie Gigi, eri e sei pura luce”. Enrico Brignano. BUON VIAGGIO MAESTRO.

 

Leggi anche –> Seven Up and down: la mia settimana in 7 top e flop (7 giorni fa)

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