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“Care pesti vi scrivo…”: lettera di una mister innamorata dei suoi calciatori

Ed anche quest’anno è giunto il momento.

Il momento del punto e a capo, lo dico subito per evitare equivoci, per non creare patemi, perchè non riesco a non ripetermelo ogni giorno, convinta che fra tutti i miei casini, uno dei casini più belli siate voi.
E’ stato un anno duro, e lo sappiamo benissimo. Un inizio fra mille difficoltà, un numero troppo grande da gestire, età diverse, esigenze diverse, la prima volta su un campo grande e con i “grandi”, un milione di muri dinanzi a noi, ma è bastata quell’incredibile voglia di stare insieme per buttarli giù, uno ad uno, per lasciare che ogni dubbio, ogni perplessità, le mie in primis, svanissero in un batter di ciglia.
Avevo tanta paura, ora posso dirlo, ve lo confesso, avevo paura di non riuscire a seguirvi come avrei dovuto e potuto, paura di un azzardo troppo grande, paura di non saper trovare le parole ed i modi per spiegarvi che lottare insieme per una causa così enorme, ci avrebbe potuto fare male, tanto male, scalfirci, fino a scioglierci, a rinunciare, a non credere.
Ma giorno dopo giorno mi sono resa conto che ancora una volta avete stravolto tutto, TUTTO. Avete stravolto il concetto di insieme, gli avete dato un nuovo significato, così pieno, così vivo, così NOSTRO. Ed io vi amo per questo, senza se e senza ma.
E’ passato un intero anno da quandoMister ma questo campo nuovo è bellissimo“, che poi bellissimo, forse  non era, ma era bellissimo per i vostri occhi curiosi e le vostre menti sognanti. Bellissimo sul serio, ve lo garantisco, lo è diventato quando ci avete messo piede per la prima volta, dimostrandomi che chissene frega dei centimetri che ci mancavano, dell’inesperienza, dei limiti, dello stop che non viene tanto o non viene al momento giusto, c’era tempo per ogni cosa, mentre era già il tempo di metterci il cuore. Tutto e senza indugi. Da lì è stato un crescendo: il vostro cuore ha sbattuto forte sui tiri a giro e i cambi di gioco, sulle ripartenze fulminee, sui calci di punizione imprendibili e sui tiri dalla distanza, il vostro cuore ha compensato ingenuità ed inesperienza, e non ha mai e dico mai indietreggiato un attimo, ha traballato forse, ma è sempre stato lì; calpestato, a volte preso a botte senza sconti, ha subito lezioni di calcio e qualche gol di troppo, ma mai ha pensato di cedere o regredire. Ha continuato a battere, si è stretto in un abbraccio di cui sento ancora i brividi sulla pelle, (la nostra prima vittoria, che meraviglia), ha risposto colpo su colpo e piano piano si è fatto largo in quell’eco di rumori. Ed è arrivato il gioco, e i gol di rapina e quelli da fuori area, e l’ingenuità è venuta meno, e poi vai a vincere in casa della seconda della classe, e scali posizioni in classifica, piovono sorrisi, certezze, complimenti “Raccoglierete i frutti, vedrai, siete già tanto forti così“, e ti tuffi nei tornei con un entusiasmo invidiabile e ne esci, però, con le ossa rotte accerchiato dalla sfortuna, ma mai a testa bassa, perché anche quando qualche lacrimuccia vi ha mostrato nelle vostre fragilità, non vi ha mai dismesso i panni di eroi, i miei eroi.
Si conclude un anno di fatiche immense, un anno in cui non abbiamo fatto a meno, però, di scambiarci promesse ed emozioni, lacrime e sorrisi, vittorie e sconfitte, rimproveri e pacche sulla spalla, un anno in cui non ci siamo persi, ma ritrovati, sempre più vicini, sempre più NOI perché “Noi siamo noi e nessuno è come noi”, ve lo ripeterò sempre.
E allora io me lo tengo stretto questo NOI, un noi fatto di famiglie speciali, di allenatori incredibili senza i quali sarei persa (grazie Ste, grazie Chiara), fatto di una società che sa fidarsi, fatto di voi così pesti ma ancor di più così pesti del mio cuore.
Grazie per i vostri occhioni, per le ore spensierate, per la volontà, per l’impegno, per quel crederci sempre, grazie per quei sorrisi che sono ossigeno puro, grazie perché quando tutto è un casino, sapete rimettere a posto ogni cosa ed accendere la luce nel buio più profondo, grazie per l’energia, per la grinta, per l’esempio che  mi date e che siete, grazie perché quell’immagine di voi che correte ad abbracciare il compagno che sbaglia un rigore decisivo dovrebbe essere patrimonio dell’umanità e rimarrà a lungo impressa nella mia memoria, grazie perché se mi sono ritrovata e riscoperta dentro e fuori dal campo lo devo tanto anche a voi.
Non posso farvi altre promesse se non quella di dirvi che sarò ancora pronta a tutto, più di prima, per arrivare dove noi sogniamo di arrivare e dove so che insieme arriveremo.
Non proverò mai un’emozione uguale a quando mi dite:Ti prego mister, vero che ci alleni anche l’anno prossimo?” sentendomi la più importante del mondo, e se fino ad oggi non vi ho mai risposto, ed ho divagato, prendendovi anche un po’ in giro, tutto ciò che posso dirvi è: “Vi prego, datemi ancora questo privilegio…“.

 

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