A volte ritornano: la spesa del sabato con la mamma

a volte ritornano

A volte ritornano: la spesa del sabato con la mamma. Sì, in questo periodo in cui il Coronavirus sta inevitabilmente condizionando le nostre vite, ho deciso di inaugurare una nuova rubrica.

a volte ritornano“A volte ritornano” sarà il titolo da cui prenderà avvia il seguito, come in questo caso la spesa del sabato pomeriggio con la mamma.

Da dove nasce questo nome? Un po’ come i brufoli dopo due fette di salame, un po’ come gli ex dopo che ci hai messo una pietra sopra, un po’ come gli album di Gigi D’Alessio, “A volte ritornano” sta a significare che ci sono cose che non vorremmo ma anche ritornano lo stesso e forse, vederle da un’altra prospettiva aiuta a viverle meglio.

Per esempio i brufoli potrebbero portarti a scoprire un nuovo fondotinta e magari ad apprezzarti di più, gli ex potrebbero illuminarti sulla tua vita che pensavi triste e vuota e aiutare a capire che quella del tuo ex, che magari ti aveva tradito con la superfiga di turno, è pure peggio (e a quel punto stappa una bottiglia, le congetture hanno funzionato) ma anche a ribadire a te stessa quanto tu sia stata fortunata nel perderlo, gli album di Gigi D’Alessio…no ok, con Gigi D’Alessio non ce la faccio.

A volte ritornano (parte 1)

a volte ritornano Ma veniamo a noi e parliamo della spesa del sabato pomeriggio con la mamma. Era forse dal 1997 che non andavo con la mia mamy a fare la spesa al sabato pomeriggio. Il tutto è partito da un post pranzo e dall’accurata scelta del supermercato. Vagliati 4/5 brand con annessa dislocazione geografica perché “Un conto è quello di Gallarate e un conto è quello di Cassano Magnago” (per chi non conoscesse queste due metropoli distano circa 6 km non uno di più), siamo arrivati ad una scelta unanime, unanime nel senso che lei ha deciso ed io ho seguito, ma comunque unanime.

Alla scelta è seguito il recupero dell’attrezzatura idonea con borse tipiche per ogni esigenza. Da quella frigo alla super resistente, con manici maneggevoli e libretto d’istruzioni per l’uso (complicato l’aggancio al carrello con apertura costante e rapida manovra di riempimento).

La spesa del sabato con la mamma

Saliamo in macchina e mi fiondo a far benzina perché confesso che la paura che quei 6 km potessero diventare 60 in un attimo l’avevo profondamente radicata in me. Giunte sul luogo del delitto (dove il delitto più che compiuto al portafogli è compiuto alle malcapitate addette alla vendita) mi accingo a cercare un parcheggio comodo non troppo distante dal recupero carrelli, che ovviamente spetta a me recuperare. Con aria ingenua e rassicurata attraverso l’ingresso principale insieme alla mamy e dopo un metro e diciassette centimetri ecco il primo pit stop in zona frutta e verdura.

Ah, piccola premessa: “Ricordati che dobbiamo comprare le frese (o friselle che dir si voglia)“. Non dimenticate questa  frase.

Il primo pitstop va via indolore, non mi muovo dalla bilancia e mi ritrovo a pesare pomodori e melanzane altrui come se non ci fosse un domani, digito numeri in scioltezza, mi offro più o meno volontariamente nell’aiuto ai vecchietti, che ringraziano. Il percorso da una corsia all’altra scivola via che è una bellezza, dall’arrosto alle alette di pollo, dal reparto colazione al banco frigo formaggi e salumi. Scopro cose nuove tipo marche mai sentite e d’un tratto diventate le preferite di mia madre. Non manca il pensiero ai nipoti con quattro tipi di pastina differente e una buona dose di “pasta dei piccoli” che, mi distraggo un attimo, e voilà metà borsone viaggio è pieno.

A volte ritornano (parte 2)

a volte ritornano
Cerco di scovare facce consolatorie nel supermercato ma niente, richiamata all’ordine per recupero tinta dai piani alti, sfrutto a pieno i miei centosessantacentimetri con la tecnica Spiderman, fingo di ascoltare le direttive dal boss (destra destra sinistra) e voilà, tinta recuperata, applausi dal folto pubblico rimasto incantato nella speranza che cadessi perché un video su YouTube non lo si nega a nessuno, la speranza che nei pareggi non ci fosse nessuno che mi conoscesse viene spazzata via da un “Ciao giornalista“, guardo mia madre incenerendola ma non si cura del mio sforzo il suo unico pensiero è: “Lo sapevo che qui costava meno“. 

Il viaggio alla ricerca del non so che prosegue, la dura lotta tra “Nasello o merluzzo” la vince quest’ultimo, vi risparmio i commenti su confezione da 4 rotoli di carta igienica con i cuori alla modica cifra di 3.79 € e mentre nemmeno il carrello ne vuole sapere più, penso che la luca della cassa sia vicina. Troppo ottimismo. C’è ancora un pezzo di percorso ma compiere ma non mi faccio domande. Proseguo. Incontro una coppia di amici e gli dedico 7.9 secondi netti (potrei quasi essere pronta per fare il meccanico alla Ferrari) perché “Il dovere chiama”, prendo il coraggio a due mani e tutto d’un fiato dico: “Possiamo andare?” ed è lì che rischio il linciaggio con il sedano. “Le friselle” afferma mia madre. Panico. Non le ha viste, non le ha trovate. Possibile? “Ma che scema, non ho manco preso il pane, poi te lo senti tu tuo padre!” (Pure, penso). Azzardo: “Saranno lì le friselle“. Non mi caga nessuno.

La corsa al pane prima che finisse (ci tengo a ribadire che il supermercato fosse piuttosto vuoto, che di sti tempi non si sa mai) è da Bolt record mondiale di Berlino, dopo un’attenta valutazione, la scelta ricade sui filoncini, fin quando là, nel più remoto angolo dello scaffale, l’illuminazione. Le friselle. Non ci provo nemmeno a dire “Te lo avevo detto”, mi limito ad annuire e a preparare l’attrezzatura d’arrampicata, perché “Ce n’è solo una marca e quelle davanti sono tutte rotte”. Strano. Un paio di pacchi mi sembrano sufficienti, il carrello è pronto alla denuncia, il viaggio alla cassa è ormai prossimo.

Verso il traguardo

a volte ritornanoGiunte in zona traguardo la domanda è: “Andiamo alla cassa automatica?“. C’è il trabocchetto, lo so. Non so le vostre madri ma la mia ha un vizio imperdibile. Nel bel mezzo del bip, bip, bip, ti smolla lì, con un coda chilometrica che ti guarda con gli occhi di Ivan Drago, e va a caccia di ciò che le è sfuggito. Ingrediente vitale, s’intende. Per non incappare nella solita figura di disagio, replico un “Sicura che hai preso tutto?“. È un attimo. Sparisce. Mentre mi cimento in una storia Instagram dimostrando ai miei followers (ben 2) che ce la sto facendo, la perdo. Alzo lo sguardo e puff, sparita. Non so se chiamare prima Chi l’ha visto o fare l’annuncio al microfono del supermercato. In realtà penso anche che la macchina sia la mia e che le chiavi le abbia io ma giuro, l’ho pensato solo per una frazione di secondo.

All’orizzonte ricompare. Con un pacchetto in mano, ovviamente. Ho quasi paura a sapere di cosa si tratti ma più si avvicina, più l’immagine si fa nitida. Non faccio in tempo a dire nulla la frase è la seguente: “Queste sono più buone, e pensare che erano qui e non le avevo  viste“. Se ve lo state chiedendo sì, sto parlando di un altro tipo di friselle. L’unico spazio rimasto è nella borsa frigo, preferisco portarle in mano. La scelta della cassa la lascio direttamente al capo, non sia mai che il casello s’intoppi che la Salerno – Reggio Calabria è dietro l’angolo. In coda fingo di non sentire i vari “Era meglio quella anzi quell’altra“, raccolgo le ultime energie e dispongo la spesa sul nastro, sguardo di solidarietà dalla cassiera, il bip pare una hit anni ’90. Un’occhiata anche a chi è dietro di noi, 4 pizze surgelate e un mega barattolo di Nutella, non so se la passa meglio onestamente. Tutto imbustato, conti pagati. Puntuale come la tassa dei giornalisti al 1 gennaio arriva il “Dovevo comprare quattro cose” a cui si aggiunge “Mi hai fatto spendere troppo (io eh…), non vieni più con me” (fosse vero).

Il controllo dello scontrino in auto, sosta a ritirare la torta per la Festa della Donna, e ritorno a casa. Con tanto di scarico bustoni e spesa riposta. Na faticaccia! Per il “Mi sono dimenticata…” si attendono sviluppi.

Orario d’inizio avventura: 14.51 
Orario di fine avventura: 17.49 

A volte ritornano, ed è bene che sia così. Che bello apprezzare la normalità, che bello trascorrere del tempo con la mamy e litigare per le patatine che ho messo nel carrello di nascosto (ma non troppo) 💙

Ps. Indovinate cosa ho mangiato ieri sera? Sì esatto le friselle, con tanto di “Non sono buone, questa marca non la prendiamo più”. Ci risiamo.

 

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